Radici d'erba

Un libro che regala al lettore un tempo di relax piacevole ed interessante. Non si può che leggerlo tutto d’un fiato, con la piacevole fretta di scoprire quel che accadrà e con il timore di doverlo poi abbandonare, all’ultima pagina. Già il titolo incuriosisce, senza lasciar trapelare ciò che poi si andrà a scoprire. È tutto un succedersi di colpi di scena con un finale aperto, come nelle varie stagioni delle fiction, che lasciano presagire un seguito. Teresa, la donna di cui si parla nel romanzo, è una figura enigmatica, complessa, bellissima, interessante, le cui vicende risultano ingarbugliate e indecifrabili fino alla fine. Teresa, un nome più volte sussurrato con trepidazione, con amore, un nome che tra le pagine s’affaccia nelle descrizioni dei suoi tratti fisici e psicologici. Marco è il ragazzino che anche se non sa bene quando è nato, per convenzione ripete una data, è sicuramente alla ricerca di sé nella relazione con gli altri. Sembra abbastanza sicuro nelle proprie azioni, anche quando afferma di non aver avuto esperienze precedenti. L’amore appassionato che lo sconvolge pare eccessivo per avere poi il carattere della durata nel tempo, ma forse è semplicemente eccezionale, come tanti amori che nascono tra i banchi di scuola e poi durano tutta la vita. La figura di Giuseppe è quella ingannevole. Fin dall’inizio il suo gesto generoso lascia pensare … La vita scorre tra le pagine e Italia e Albania sono unite dal traffico di droga, un filo d’erba che richiama alla memoria lo sfacelo di tante vite. Anche gli altri personaggi sono ben caratterizzati. Ciascuno resta nella mente del lettore con uno spessore ben definito, quello che ti fa riconoscere nella quotidianità alcune loro caratteristiche nelle persone che incontri o che conosci. Le tematiche affrontate sono varie e interessanti, spunto di riflessione, anche in ambito educativo-didattico. La prosa è sciolta, scorrevole e raggiunge il cuore di tutti.