CARRELLO
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di Antonio Amodei (Autore)
La Teoria di Darwin stabilisce ciò che non è adatto, eliminandolo a favore di ciò che lo è. E’ adatto chi replica, disadattato chi ricusa tale schiavitù mediante arbitrii eversivi, controversi, perversi. La replicanza è omologante ma vincente; i replicanti narcotizzati, egoisti, sordi, indifferenti alle conseguenze morali del darwinismo sono il capolavoro di Darwin. Non capire il darwinismo è adattivo. La Replicazione somministra una biologia della speranza, una tossicodipendenza in grado di dare un benché minimo senso all’esistenza. La Liberazione è viceversa controevolutiva, antiadattiva, lucida. La biologia insegna che la natura è senza cervello. La barbarie è adattiva. L’uomo, animale in grado di interrogarsi, ha però la possibilità di sabotarla, opponendo comportamenti contronatura. Compito di ogni Liberato, di ogni darwinista, è capire il complesso repertorio del comportamento adattato, in lui radicato come un virus oncogeno, per smascherarlo e guastarlo, guardando indietro nel reclamare una giustificazione: perché siamo noi, e nell’essere così, come potremmo affrancarci da come ci ha autorizzato ad essere?
Solo allora potremo evolvere in ciò che certamente ancora non siamo: umani.
Siamo veramente liberi? E' forse l'indipendenza economica che ci rende tali? O la possibilità di viaggiare, divertirci, “innamorarci”, provare emozioni quando ci pare e piace? O inconsciamente siamo vincolati da una sorta di carceriere silente, superavvolto nelle nostre cellule che, con sicumera, ci costringe in una “prigione” priva di catene, senza muri e senza odore, che ci fa narcotizza nell’illusione dei nostri comportamenti arbitrali? Il saggio di Amodei descrive, con cura di particolari, l'autocoscienza e la posizione che gli uomini veramente liberi assumono una volta capito il genio Darwinista. Citandolo: non capire il testo né questa recensione è adattivo, è il comportamento che “non si può non avere” nell’autoinganno del seguire il volere biologico. La “natura”, intesa come il fiore che sboccia o l'amore di una madre partoriente affascina e commuove; la natura, vista dal punto di vista evoluzionistico è severa e crudele, detta un’imposizione senza ragione, della quale siamo inconsciamente succubi. E’ compito di ogni «liberato, di ogni darwinista» mettere in atto comportamenti tesi a disinnescare, o meglio “guastare”, i propositi del carceriere biologico. L'adattivismo è compiacere l'egoismo del nostro D.N.A, tramandare se stesso, l'antiadattivismo è comprendere il darwinismo ed agire di conseguenza, svelando le sbarre, bere l'antidoto. La replicazione è subdola, egoista, imposta. Come dice Amodei, i comportamenti umani sono fortemente vincolati, condizionati dall’imperio della fitness. La liberazione è prenderne coscienza, uscire da “matrix” prendendo la pillola rossa. La prima parte del saggio necessita di una conoscenza di base in biologia: il linguaggio è tecnico ma non ostico. Una buona parte del lavoro è caratterizzato da un'analisi critica della sociobiologia contemporanea. Amodei si dimostra uno degli illuminati saggisti italiani che verga con l’inchiostro la verità della “barbarie” biologica. L'esistenzialismo darwiniano è la filosofia di vita di chi accetta la coincidenza della vita stessa, controadattiva, naturalmente ribelle, protesta nell’essenza stessa della replicazione, Un lavoro di senso, da proporre a chiunque abbia uno scaffale dedicato alla filosofia della mente. A chi abbia mente. Elia Galli
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