Sabbie Mobili

‘Non basta respirare per sentirsi vivi, bisogna vivere per respirare ed impedire ad altri di toglierti il respiro.’ Questo incipit, intenso e privo di retorica, racchiude in sé il senso del nuovo romanzo di Franco Tessaro. La straziante vicenda che racconta, rende queste pagine un qualcosa su cui meditare. Quando ho chiuso il libro, ho sentito di dover ringraziare Franco per avermi fatto ricordare quanto la sorte sia strana. Terribile e insieme benigna con i personaggi che sanno crescere attraverso le prove cui sono sottoposti; chi invece rimane legato ai suoi errori, egoismi, alla sadica cattiveria che lo domina, ne paga cruentemente le conseguenze. Mi ha anche fatto pensare a quanto sia allo stesso tempo cieca la fortuna e non guardi in faccia chi colpire e sottoporre a terribili sofferenze, che apparentemente, sembrano senza senso. Il focus è la vergognosa tratta dei bambini dal Brasile, rapiti e venduti per fornire organi ad occidentali malati e ricchi. È dal 1993 che il Parlamento Europeo ha emesso dei decreti per cancellare questo orribile commercio, ma ancora nessun paese li ha rettificati. Sono andata a cercare notizie e le cose che ho trovato sono sconvolgenti. Mi sono sentita in colpa come occidentale, leggendo questo romanzo; noi crediamo sempre che ‘pecunia non olet’, che il vile soldo che abbiamo in tasca possa comprare tutto. Ci nascondiamo dietro ipocrite parvenze, facendo finta di non vedere quello che sta dietro al paravento. Crediamo che la nostra vita personale possa valere più di ogni altra cosa. Questo romanzo, asciutto e pragmatico, ci fa riflettere su tutto ciò, suggerendo e non dicendo mai troppo. Franco Tessaro, racconta vicende, formula inchieste e anima personaggi a tutto tondo; attraverso gli incroci di cuori, fisici e sentimentali, non giudica né gli uni né gli altri, cercando di comprendere le situazioni umane che si celano sotto a questa situazione. Dura, è la simbolica condanna dei rei del commercio, e catartica, è la soluzione dettata dalla giustizia umana. Ma, come nel suo precedente romanzo, ‘I tronchi del Golgota’, è forse un’Altra la Giustizia cui lo scrittore vorrebbe chiedere conto. Sono certa che quella ci sarà e terrà conto di ogni sofferenza procurata.

Ci sono storie che emozionano, altre che fanno sognare, altre ancora che instillano terrore. Poi ci sono queste storie, quelle che ti fanno riflettere, quelle che ti costringono a toglierti il velo dagli occhi e renderti conto che esiste anche un mondo fatto di ombre, di perversi interessi, dove la vita di una persona è solo merce di scambio. Un mercimonio. Per calarsi in queste storie bisogna abbandonare il perbenismo, far pace con la propria anima, iniziare a pensare che siamo fortunati a vivere altrove, a non venir risucchiati in queste SABBIE MOBILI. Rio de Janeiro. Questa è la storia di due ragazzi, nemmeno adulti, che si incontrano nelle favelas, sia amano e si separano. E'la storia di un gruppo di ragazzi che si aggrappano a un sogno, per emergere dalla povertà e dall'emarginazione, per sprofondare in un baratro ancora più grande. Perrez sopporta l'umiliazione di dover mendicare, dopo la morte della madre e l'incarcerazione del padre, innocente, per sopravvivere accanto a uno zio che lo odia. A rendere sopportabile questa non-vita c'è l'amore di Maria, almeno fino a quando la ruota del destino non si inceppa e Maria scompare. Scompare come tanti prima di lei, risucchiati in una spirale di morte che li porterà in Venezuela. Perrrez è destinato a riscattare questi ragazzi scomparsi, sopravvivendo lui stesso ai trafficanti di morte. Lui, che cerca disperatamente l'amore della sua vita. Questo ragazzo, nemmeno adulto, riuscirà a strappare il velo di morte che ha imbrigliato i suoi amici e anche Maria. Sotto protezione, trasferito in Italia, ricomincerà una nuova vita ma il passato non dimentica il suo ruolo. Quel filo rosso che unisce due persone per l'eternità chiama prepotente il cuore di Perrez, perchè il sangue non è acqua, e i sentimenti non cambiano anche se l'apparenza di sè può ingannare l'occhio umano. Una storia delicata, dura, uno spaccato di vita che si preferisce ignorare, che l'autore ha tratteggiato dalla bocca di del protagonista che non si è lasciati piegare dal Fato e da qualcosa più grande di lui. Un libro che fa riflettere e ti lascia con l'amaro in bocca, domandandosi quanto valga una vita e fin dove ci si possa spingere per il vile denaro. Leggetelo!