CARRELLO
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Saro, Tano, Carlo Brunella, Gnazio, Aspanu, Tania sono solo alcuni dei personaggi del mondo di “SARO e altri racconti”. Un mondo di “vinti”, che fanno ricordare i personaggi
verghiani. Ma non esistono i vinti se non hanno vita anche i vincitori in questo mondo contadino, in questo mondo di umili che si danno da fare per sopravvivere. Così è di Lucio, di Ciccio Corsini, di Amalia, di Ilenia, della signora Letizia e di altri personaggi marginali. Sembrano personaggi di un tempo che fu, verrebbe da pensare, ma di fatto sono personaggi ancora presenti in tante realtà contadine di oggi, particolarmente del Salento e della Sicilia occidentale e centrale. Realtà vissute, osservate ed amate dall’autore.Racconti brevi per non tediare il lettore. Ogni personaggio viene descritto con pochi tratti, quasi asciutti.
Le caratteristiche individuali nascono dalle azioni e dai comportamenti di ciascuno, senza particolari lungaggini introspettive, che trascinano il lettore rapidamente in fondo al racconto.
Il testo “Saro e altri racconti” presenta al lettore otto frammenti di vita: alcuni brevi e concisi, “Gnazio, Buck, e Contrabbando”; altri con un intreccio più articolato “Le chiavi, Sfrattati, Tania, La giustizia di Tano” e infine “Saro” racconto lungo e, a ben ragione, da ritenersi romanzo breve. Otto contesti diversi, certamente, ma è possibile trovare un filo logico che li lega, al di là dei fatti narrati; il nesso va ricercato nell’ansia mai sopita di giustizia, nel desiderio di veder riconosciuto per tutti il diritto al rispetto, che si deve ad ogni persona umana. E Buck? Non è una persona, è un cane … ma ha i sentimenti di una persona. Intrappolato da “Le pareti” che “scendevano quasi a strapiombo nella cava, perché di cava di pietra si trattava: questo era evidente. Buck desiderò essere una rondine”. Sa di dover morire e l’ultimo sguardo è al cielo dove volteggiano le rondini; ora fisse, punti neri “stelle spente, vaganti per il cielo”. Il lettore si sente coinvolto da profonda emozione e commozione. Non sembra la condizione di un cane, sembra piuttosto la condizione di tanti diseredati stanchi per il peso del vivere; l’augurio che anche per loro l’ultimo sguardo abbia l’azzurro del cielo. In Gnazio, la caricatura di un losco sanguisuga vittima della sua spropositata ingordigia e del coraggio spregiudicato ed incosciente di “un giovane di circa vent’anni che io non conoscevo e ... Neppure l’esattore pareva conoscesse ...” (segue) Sogliano Cavour 01. 05 2015 Antonio Magnolo
In contrabbando l’intima soddisfazione, di un umilissimo Andrea, in cui il lettore si identifica, per esser riuscito con il suo ingegno a superare il controllo dei dazieri, “di tutto si trasportava, con mille sotterfugi, eludendo la vigilanza e i controlli degli uomini del dazio”, per portare a casa il necessario, in un tempo che la fame rodeva lo stomaco di adulti e bambini. Sorride Andrea per lo smacco di “quello che doveva essere il capo” per esser riuscito a sporcargli di “merda” l’incauto dito …, e sorride il lettore. “Le chiavi”, inappuntabile descrizione di rapporti di vicinato, spesso inveleniti da futili motivi, come il passaggio preteso/negato su una strada vicinale. I personaggi sono descritti attraverso i dati distintivi del loro carattere; i ritratti che il lettore si raffigura sono stupende caricature di personaggi che non è certo difficile ritrovarsi intorno. In “Sfrattati”, il contrasto di vizi e virtù che a diverso titolo recitano i vari attori in una scena purtroppo frequente, ora più che mai. Su tutti spicca la figura tragicamente losca di Carlo Brunella, vero responsabile … d’aver buttato sulla strada la povera madre; per fortuna l’astio del lettore termina quando “si udì la sirena della volante della polizia. Quando si dileguò non si udì più nulla: se l’erano portato.” In “Tania” la voglia crudele di vendetta per aver voluto a tutti costi trovare un colpevole a una disgrazia, … inchiodata su una sedia a rotelle, verso una sorella rea solo d’accudirla, di restarle a fianco; per il fatto di essere più bella ed essere quindi la preferita, la prescelta. A nulla valgono i vincoli di sangue quando l’odio come fuoco divampa, alimentato da invidia e gelosia che tutto divora. (segue) Sogliano Cavour 01. 05 2015 Antonio Magnolo
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