CARRELLO
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Questo romanzo rappresenta uno spaccato della scuola italiana con tutte le sue clamorose contraddizioni, la sua ipocrisia, i suoi personaggi non raramente inadeguati (talvolta indecorosi); una scuola che spesso si limita a 'parcheggiare' i giovani senza offrire loro una formazione culturale e civile. Non mancano descrizioni di fatti e episodi assolutamente incredibili, tali da provocare tanta ilarità ma, al tempo stesso, sensazioni sgradevoli per una scuola priva di progettualità e sprovvista di obiettivi.
Questo romanzo mi ha rispolverato ricordi e sensazioni adolescenziali, mi ha destato la nostalgia degli anni in cui si osava sognare e mi ha fatto rivivere l'ambiente scolastico con tutti i suoi paradossi e i suoi schemi anacronistici. Credo che l'autore abbia delineato un quadro aderente alla triste realtà in cui si è impantanata la scuola e abbia messo in campo proposte per ridarle dignità e autorevolezza. Mi ha anche divertito molto con la sua pungente ironia.
Finalmente qualcosa di concreto, di sincero, al di là delle doppiezze, oltre le falsità e gli opportunismi: una fotografia della scuola italiana allo stato terminale della sua irreversibile malattia. Il sarcasmo, pur venato di tristezza, mi ha procurato una contagiosa allegria. Alcuni suggerimenti mi hanno convinto, altri - a mio parere - sono utopistici, se si considera lo spessore della nostra classe politica.
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