CARRELLO
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Tutti diversaente disabili
di Giuseppe Boscolo Gioachina (Autore)
Il lavoro è sostanzialmente la terza stesura di una proposta di legge di iniziativa popolare in elaborazione dal 2018, giunta ad una prima stesura contemporaneamente alla approvazione del reddito di cittadinanza ai primi del 2019, di cui si prevedevano le potenzialità, i limiti e in qualche modo l'esito. Il capitolo terzo è composto da riflessioni alla base della proposta svolte tra il 2015 e il 2018. Il primo capitolo è invece di questi mesi e tiene conto degli sviluppi della situazione politico sociale nazionale e non solo. Si confida che possa essere discussa e migliorata in primo luogo dalle famiglie dei disabili intellettivi, i cui problemi sono il riferimento costante del mio impegno e delle proposte concrete che ho tentato di articolare sulla base delle proficue esperienze di mobilitazione svolte negli anni col sostegno degli amici fraterni di Bologna e Milano. La proposta di legge di iniziativa popolare che illustriamo propone la delega al governo per la istituzione di un Servizio Civile Democratico quale canale diverso e parallelo al mercato del lavoro, il canale del lavoro fuori mercato costituito dalle attività socialmente necessarie di un territorio non coperte dal mercato e dalla pubblica amministrazione. Il canale del lavoro fuori mercato è integrato dall'uso di interesse pubblico dei nuovi media (vedremo infatti nel prosieguo il ruolo centrale assunto da quello che abbiamo definito lavoro consumo nei nuovi assetti economico sociali planetari e la importanza di una risposta di interesse pubblico a tale tendenza). Perché chiamare Servizio Civile il sistema del lavoro fuori mercato? Perché la partecipazione al lavoro socialmente necessario, alle attività socialmente necessarie, è un dovere prima che un diritto (art. 4 Cost.), perché chi vi partecipa ha la dignità di chiunque contribuisca coi fatti al benessere sociale, prima ancora di pretendere riconoscimenti e benefici. Il 46 dovere diritto al consumo sostenibile, cibo-vestiario-abitazione-comunicazione-sicurezza, è tra le priorità socialmente necessarie che una comunità deve consentire e garantire ai componenti. In tale contesto, ove consentito dalle disponibilità di bilancio (nella proposta si propone in avvio un fondo nazionale pari all'1% del PIL, ma intanto si può partire localmente e sperimentalmente con quello che c'è, deliberato dai comuni), agli interessati, i giovani neet, disoccupati o sottoccupati in primo luogo ma non solo, viene erogato, tra i vari servizi destinati a soddisfare il consumo sostenibile (empori,mense e banchi della solidarietà, riuso, cibi in scadenza, cohousing), il reddito base di partecipazione, così definito perchè condizionato alla partecipazione alle attività socialmente necessarie di un territorio, decise da una procedura democratica partecipativa, che vede la proposta di progetti di attività socialmente necessari da parte di consulte-assemblee degli interessati, la decisione dei consigli comunali, la esecuzione gestione da parte di fondazioni di partecipazione. Il reddito base di partecipazione a regime è tendenzialmente universale ed erogabile a tutti gli aderenti al Servizio che ne facciano richiesta. In una fase storica transitoria, di avvio e sperimentazione, viene erogato solo sulla base delle concrete disponibilità economiche ai soggetti aderenti al di sotto di una determinata soglia di reddito definita politicamente
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