CARRELLO
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di Giuseppe Gorruso, Aniello Guzzo (Autore)
L'uso della terminologia eponimica in medicina afferisce le malattie che non presentano elementi eziologici o almeno patogenesi tangibili e si giustifica con il solo possibile criterio di inquadramento nosologico, formando un'unità polirematica in cui il termine generico è accompagnato dal nome dello scienziato.
Malgrado la tendenza del mondo scientifico contemporaneo a rinunciare alla terminologia eponimica per rifarsi piuttosto a dizioni rigorosamente qualificanti questa è abitualmente utilizzata nella pratica quotidiana e ampiamente citata nella nomenclatura internazionale sia periodica che trattatistica e persino nel linguaggio comune. Quindi, gli eponimi hanno una loro storia che, lungi dall'esprimere un puro esibizionismo culturale, hanno valore pratico e naturale capacità di sintesi espressiva che si traduce in una diversa penetranza negli svariati settori della medicina.
E così essi spaziano tra anatomia (ansa di Henle, organo spirale di Corti…), istologia (apparato di Golgi…), semeiotica (segno di Babinsky…), metodologia diagnostica (la conta di Addis…), letteratura (sindrome di Pickwick, bovarismo, sindrome di Stendhal)
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