Soldati, mogli, coloni e pigionali. Vita morte e sofferenze nella società dell'area empolese durante la Prima guerra mondiale

Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nella Prima guerra mondiale, segnando profondamente una generazione con la brutalità del conflitto industriale. Nell'area empolese, i cinque comuni lungo l'Arno furono travolti dalla guerra. Circa 15.000 uomini partirono per il fronte, mentre le loro famiglie affrontarono lutti e sacrifici durante quella che fu la prima guerra totale della storia.
Il libro, basato su documenti d'archivio, narra tre anni e mezzo di sofferenze: i caduti, le vedove, la disoccupazione, la scarsità di cibo, l'aumento dei prezzi e l'epidemia di spagnola del 1918. Parallelamente emersero altre dinamiche: la crisi delle amministrazioni liberali, le proteste contro la guerra, l'ascesa del socialismo e la nascita dell'industria dell'abbigliamento. La società locale sviluppò un crescente bisogno di cambiamento, mentre la rabbia giovanile si intensificava e la struttura sociale ottocentesca si sgretolava senza un nuovo equilibrio, senza offrire una risposta alle tragedie belliche.
L'autore dà voce a coloro che sono silenti e che rimangono sullo sfondo delle tragedie dei conflitti mondiali e che sono i portatori principali e impotenti delle angosce imposte dai governi delle nazioni.