CARRELLO
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di Enrico Milalbo (Autore)
Lasciare un testamento spogliato da beni materiali per far emergere la sua spiritualità fatta di sogni, di sentimenti, di intelletto artistico da tramandare ai posteri, specialmente ai giovani, sono gli obiettivi perseguiti con forza dall'autore in questo breve poema. Un testo composto da terzine dantesche che rivela intensità poetica e perfezione tecnica. La consapevolezza di essere poeta, lo sconfinato amore per Dante e la perfezione matematica dei versi sono gli strumenti che Enrico Milalbo usa per comunicare i suoi tesori spirituali.
Tra le righe, emergono l'amarezza per non avere avuto figli, la vita solitaria, la sensazione di essere emarginato, superate dalla purezza della lirica e dalla fede, che si trasforma in certezza quando Dio gli appare nella nebulosità onirica di una visione, e molto dice di quanto la Divina Commedia abbia lasciato un'impronta indelebile nella comunicazione narrativa del Milalbo poeta.
Degni di attenzione sono i suoi disegni che compaiono tra una pagina e l'altra del libro: in particolare l'autoritratto della copertina. Nell'impaginato, un'immagine ne descrive anche la grande passione per le discipline matematiche, svelando la sua personalità eclettica che neppure la morte prematura, sentita imminente in alcuni passaggi del testo, riuscirà a cancellare.
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