CARRELLO
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Fra il 1926 (anno della Prima Sinfonia) e il 1953 (anno della Decima, e della morte di Stalin), Šostakovič fu un sorvegliato speciale del regime sovietico, a volte lodato per avere applicato con diligenza le direttive imposte, a volte oggetto di attacchi furiosi e di minacce fino a rischiare il Gulag e a perdere in poco tempo il lavoro e tutti i privilegi precedentemente acquisiti.
La sua personale storia di resistenza viene, qui, narrata in modo interattivo, con ascolti da Internet e filmati storici, più la possibilità di accedere in ogni momento a un glossario con tutti i termini tecnici di più difficile comprensione.
Shostakovich è uno dei massimi compositori del secolo breve, con Prokofiev la figura più rappresentativa della musica sovietica. Dopo gli anni della guerra fredda, placatisi i preconcetti ideologici, la sua fortuna in Occidente è cresciuta a dismisura, raggiungendo traguardi impensabili sino a pochi decenni fa. L'ebook di Ravasini si rivela uno strumento indispensabile per chiunque voglia esplorare il pianeta Shostakovich. A far da sfondo alla vicenda artistica e biografica del musicista, resa con un apparato documentale davvero ricco, uno dei periodi più travagliati della storia dell’umanità, dominati dalla terrifica figura di Stalin. Per nostra fortuna la ferocia inibitoria del dittatore non riuscì ad avere ragione di uno dei talenti più straordinari della storia della musica.
La musicologia italiana sconta oggi, soprattutto nel suo versante editoriale, un ritardo cronico che l’ha portata dalla narratologia aneddottica all’autoreferenzialità analitica, dimenticando troppo spesso il lettore curioso, il lettore di media cultura, a favore delle cerchie iniziatiche e concorsuali o dei divoratori di biopics e simili. Ogni uscita editoriale che dunque esca da questi ambiti ritretti e voglia affrontare una sana divulgazione di livello che coniughi approfondimenti tecnici e collocazione sociale e storica dei compositori deve essere salutata come un prezioso contirbuto all’inserimento della musica nel panorama culturale moderno. E’ quel che iniziò a fare, una quarantina d’anni fa, la New Musicology statunitense aprendo ai moderni studi di storia sociale della musica e inserendosi nel solco della Teoria della Recezione. Ecco, Stalin vs Shostakovich di Marco Ravasini, va proprio in questa direzione. L’autore traccia una sorta di storia comparata che contrappunta la vicenda umana, biografica e professionale di una delle menti più lucide della musica novecentesca, Dmitrij Shostakovich, con quella della Russia prima e poi dell’Unione Sovietica, dopo quei fatidici “giorni che sconvolsero il mondo”, fino all’affermarsi del regime staliniano e dei suoi immediati successori. Forse, ci dice sottotraccia Ravasini, senza Stalin non avremmo avuto Shostakovich: lo Shostakovich della Settima, dell’Ottava o della Nona Sinfonia; non avremmo avuto questa figura così stupendamente controversa, così in bilico tra spinte del realismo socialista e desiderio di novità, di sperimentazione, di libertà, insomma. Ravasini traccia con raro acume e con stile sicuro quanto accattivante, un percorso umano e artistico immerso nella storia sociale della musica, fornendoci la lettura di documenti e testimonianze inediti nel nostro paese, digressioni politiche e estetologiche, e contribuendo a caratterizzare non solo la figura di Shostakovich, ma anche tutta una serie di musicisti (invero assai poco noti in Italia, purtroppo) attivi dal 1905 agli anni della Guerra Fredda. Stalin vs Shostakovich di Marco Ravasini è dunque un’opera preziosa tanto per il lettore per il lettore addentro alle questioni storico-musicologiche, quanto per il semplice appassionato, o per coloro che scopriranno, attraverso queste pagine, ricche di riferimenti e di veri e propri link sia sonori che visivi, l’importanza di un compositore e, più ancora, di una figura preminente nella cultura e nella storia del Novecento.
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