Tu che hai atteso

Le mie liriche, dedicate alla Madre di Dio, specificamente secondo una prospettiva cristiana cattolica, sono davvero particolari. Sviluppano una sorta di riflessione poetica decifrante, in toto et in nuce, quei dogmi che le hanno attribuito privilegi e dignità. Rappresentano la lode di una donna alla Donna per eccellenza, "Colei che mutò il nome di Eva in Ave"(cit.). Sublimando e perfezionando la natura muliebre del genere umano. Cancellando, attraverso il Suo generare, con un colpo di spugna, colpa (scusatemi l'allitterazione, ndr) e peccato. Mi riferisco ai dogmi de L'Immacolata Concezione e L'Assunzione al Cielo di Maria.
Tre volte scelta, dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito, Ella diventa la personificazione della conditio sine qua non, per raggiungere la Salvezza. E il suo "Sì" diventa figura (nel senso di interpretazione figurale) del consenso di Cristo al Suo sacrificio. Ella, in quanto tutela e presidio dell'umanità che adotta, ci consente come suoi figli di diventare, privilegio altissimo, Fratelli di Cristo, l'Unto di Dio. Mediatore storico salvifico definitivo, Nesso Trascendentale della Forma Fede, Sacerdote per eccellenza.
Questi concetti altissimi, con tutte quelle verità e intuizioni che ne derivano, sono espressi in modo gratulatorio, di fede e esaltazione.

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Laura Maria Filisetti
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