CARRELLO
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Il libro racconta una storia d’amore fra due persone che vivono intensamente l'idillio nella terra della Sardegna, fra incontri e lettere scritte sotto forma di liriche. Un giorno dovendosi separare per sempre decidono di assemblare i rispettivi carteggi e nascondono il plico in un nuraghe. Ed è lì che sarà ritrovato da un turista.
Per trovare la descrizione di una terra e di un popolo in poesia si deve risalire di millenni a Omero, a Virgilio e ai poeti greci. Nessuno ha osato cimentarsi con gli insuperabili artisti del lontano passato. Il coraggio lo ha trovato Maria Grazia Sessa, che, affascinata dalla Sardegna, isola di sogno, difficile da descriverne il fascino in prosa, l’ha fatto con una serie di versi che sintetizzano non solo la bellezza, ma le tante emozioni che ha provato e che suscita in ognuno. Certo, è più facile riempire centinaia di pagine di stereotipi e parole già abusate nel tempo, che la sintesi e l’immediatezza di un verso. La poesia di Maria Grazia in "Un anno in Sardegna" è come un dipinto, che più della foto, esprime i sentimenti e il tormento che l’immagine suscita. Non è la Sardegna mondana e turistica che Maria Grazia descrive. Ma quella vera, antica, grezza, che ha dovuto cercare anche nell’animo di chi la popola. E lei stessa diventa sarda in meno di un anno di soggiorno. Le poesie, adeguate alla terra che gliele ha ispirate, sono un omaggio - anzi, un inno - all'amore. Leggendole viene voglia di amare. Ma soprattutto ci si rende conto che la vita è incompleta se non si possiede la capacità di amare.
UN ANNO IN SARDEGNA di Maria Grazia Sessa. Ediz. youcanprint La lettura di questo libro che mi è molto piaciuto mi ha spinto a scrivere una specie di recensione anche se non ritengo di esserne all'altezza. L'Autrice siciliana racconta la sua esperienza di vita in un paesino della Sardegna e luoghi limitrofi alla ricerca di una natura incontaminata donde trarre ispirazione per le sue tele (è anche una eccellente pittrice). Nella prefazione racconta le sue scorribande in luoghi solitari e nascosti e di aver trovato in una nicchia di un nuraghe un carteggio epistolare tra due amanti che lei chiama Anonimo Arcade (A.A.) e Anonima Romantica (A.R.) che nel suo libro firmano con queste sigle le poesie successive. La curiosità del lettore viene attratta dai paesaggi ben descritti e dagli stati d'animo dell'Autrice - isolana esule in un'altra isola - e dal dubbio se il carteggio esistesse o sia una sua invenzione. Ma andiamo alla lettura delle poesie che ci raccontano di un amore di una delicatezza estrema avvolto da una grande malinconia; ognuna delle poesie descrive un ricordo dell'amore vissuto, ecco uno stralcio di A.A. " Amai i tuoi occhi spauriti di un cervo braccato e il languore delle tue labbra pudicamente disposte all'invito. " Le poesie si lasciano leggere con scioltezza e grande interesse del lettore per giungere all'epilogo di questa storia d' amore, puro, mai sordido, tifando per i due amanti con la speranza che il loro amore sia durato in eterno. Tra le poesie lette ce n'è una che racconta un loro rapporto intimo " La notte " scritta da A.A. che è pura poesia, un rapporto descritto con precisione ma con una dolcezza e delicatezza impensabili e che termina con: E fummo uniti - il cielo e il mare - di questa- dolce e aspra terra. In conclusione ho trovato molto piacevole il libro che ho letto due volte, la prima velocemente alla ricerca del finale e la seconda gustando le poesie una ad una, assaporandole con calma.
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