CARRELLO
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Vite normali scorrono, si incontrano, si intrecciano nel vissuto quotidiano. Ma basta un nulla, un incontro inaspettato, perché una vita anonima si trasformi in esistenza unica, perché l'impossibile diventi reale. La vita ti sorprende sempre, e ti rendi conto che Amore è la materia dell'universo.
Recensione di Patrizia Zara “Una granita di fragola e panna"di Salvatore Leto. È un bel racconto, ben articolato con un linguaggio senza ambizioni letterarie, fluido e gradevole. Una storyline schietta dalla scrittura mite ed equilibrata. Io la definirei "piacevolmente simpatica" perché, sebbene affronti il tema della solitudine, condizione che non risparmia nessuno indipendentemente dall'età, il racconto si svolge in maniera pulita e senza eccessi di sentimentalismo. Le emozioni e gli stati d'animo si snodano con la frescezza e la purezza della lealtà, e l'eccessiva correttezza dei personaggi riesce a innalzarli ad angeli terreni contro la cattiveria e la perfidia Il prof. Mulè, professore di latino e greco in pensione, è un uomo solitario, dalla vita scandita da piccoli rituali e da chiacchere con amici di quartiere: un'esistenza apparentemente tranquilla che scorre su binari lineari e ben definiti. Ma la linea retta della sua esistenza deraglia bruscamente quando si scontra con il vigore e l'esuberanza giovanile di Eugenia, sua ex alunna. L'incontro di due solitudini generazionali da vita a una serie di eventi imprevisti e graziosamente intricati. Un romanzo positivo paragonabile a una fiaba moderna dal dolce e fresco sapore di "una granita di fragola e panna" che coinvolge il lettore partecipe di arricchire con la sua immaginazione e fantasia alcuni passaggi volontariamente tracciati e non approfonditi. Una formula snella tanto da lasciare al lettore, diventato inaspettatamente scrittore, il compito di completare alcune pagine con le proprie considerazioni, esperienze e conoscenze personali, soprattutto morali e psicologiche. Per ultimo vorrei sottolineare l'ottima sintassi grammaticale che rende agevole la lettura senza gravami e la buona conoscenza di espressioni dialettali perfettamente inserite nel contesto narrativo. "Hai mai visto una persona che si prende cura di un animale, di un gatto, un cane, un uccellino, perché fa? Chiedetelo, pensaci, è necessità di amare. L'uomo non può vivere senza amore, anche se in questa necessità spesso distorce i suoi desideri. Io posso dirti che Dio è amore, riversa su di noi tutto il suo amore e ci vuole felici. Dio è Padre e ci ha scelti. Puoi crederci o non crederci, non importa ma Dio ama anche te, personalmente. E noi siamo chiamati all'amore e ad amarci gli uni con gli altri."
Una granita di fragola e panna di Salvatore Leto Come è possibile riaccendere passione ed entusiasmo per la vita in una persona spenta? Lo racconta Salvatore Leto nel suo romanzo “Una granita di fragola e panna”. Il perché di questo titolo può comprenderlo bene solo chi ha vissuto nella città di Palermo in cui tutto può accadere, ma se ci si siede al tavolino di un bar per sorbire la famosa granita di fragola e panna, magari accompagnata da una brioche rigorosamente rotonda, il tempo si ferma, la granita è proprio come un toccasana, un balsamo che unisce piacevolmente le persone e libera dai problemi. Questa la storia: il professore Mulè credeva che la sua vita fosse destinata ad un lento consumarsi di giorni tutti uguali, probabilmente fisiologico per un anziano in pensione da una professione così attiva quale l’insegnamento, e, invece, quasi come magia, un incontro, che viene dal passato della sua carriera, riaccende la sua vita. A narrare questo racconto è Dottò, un compìto signore che quando fa la conoscenza con il professore Mulè ne diventa il suo ascoltatore, colpito dalla sua splendida capacità oratoria e dalla curiosità di conoscere come eventi e personaggi hanno cambiato la sua sbiadita quotidianità. Devo confessare che mi ha commosso leggere di luoghi citati a me cari: Villa Igiea, onirico e unico edificio liberty che si affaccia sul golfo, in questa villa anch’io ho festeggiato il mio banchetto nuziale, il Teatro Massimo per la cui stagione lirica avevo un abbonamento annuale, la Cappella Palatina, le strade e le piazze, tutto mi ricorda la mia giovinezza. Insomma un tuffo al cuore, perché ho vissuto i miei primi trent’anni a Palermo e la lettura di questo libro ha rinnovato i miei bei ricordi di questa città così discussa e chiacchierata a volte eccessivamente in senso negativo. Palermo con tutti i suoi pregi e difetti Salvatore Leto ce la presenta così, in modo positivo tanto da farcela amare e riamare con la sua specificità e con questa storia a lieto fine. Maria Grazia Sessa - giornalista
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