CARRELLO
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di Michele Sarrica (Teatro) (Autore)
In Italia la maternità surrogata non è consentita, tale pratica medica è considerata reato penale. L’utero, in base alle leggi vigenti, non si presta, né si vende né si affitta. Qui non è consentita nemmeno “la commercializzazione di gameti o di embrioni”, pena la reclusione. Nel dramma proposto, “Una vita per noi due”, è la madre, sotto richiesta e desiderio del suo compagno, a chiedere tale prestazione alla propria figlia. La storia proposta prende spunto proprio da questa atipica situazione vissuta all’interno delle stesso nucleo familiare. Qui si vuole evidenziare soltanto il dramma umano, psicologico e morale vissuto dai protagonisti, non facilmente risolvibile nella sua evoluzione emotiva e nella sua variegata problematica socioindividuale. La tematica proposta in questo dramma fa riferimento al profondo desiderio di una coppia di avere un figlio, all’incredulità della giovane Marisa, la protagonista, di trovarsi in dolce attesa e sapere che il feto che vive nel suo grembo non appartiene a lei, madre surrogata. Ma il forte senso di maternità la induce a pensare che lei non stia per dare la vita ad un bambino qualsiasi, ma al proprio figlio, un figlio che sente crescere, un figlio che sente scalciare dentro.
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