CARRELLO
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di Mirko Zangirolami (Autore)
Nel Trecento e Quattrocento, in concomitanza con una crescita generalizzata degli scambi a livello europeo, la Repubblica di Venezia si impose come uno dei mercati di intermediazione più attrezzati fra l'Europa e le coste Mediterraneo. Nell'agosto del 1499 giunse a Rialto, il centro pulsante dell'economia veneziana, la notizia dell'arrivo di una flotta portoghese in India che rischiò di compromettere in modo significativo l'intensissimo flusso di merci tra la Serenissima e l'Oriente attraverso le "vie delle spezie", vie che collegavano l'Oriente, attraverso i punti di smistamento dell'India e dell'Arabia meridionale e consentivano che arrivassero nei territori europei i pregiati prodotti orientali.
La Signoria veneziana, attraverso abili azioni politiche e diplomatiche, riuscì ad imporre su queste vie il proprio predominio facendo del suo porto il perno dei traffici da e per l'Europa. Per l'economia veneziana si prospettò un futuro negativo; infatti, sotto lo stimolo di Enrico il Navigatore, infante del Portogallo, si aprì una nuova via per raggiungere le Indie Orientali attraverso la circumnavigazione dell'Africa attraverso sud, aggirando in tal modo la via di rifornimento "classica" attraverso il Mediterraneo e la penisola araba. In nessun'altra occasione Venezia vide il profilarsi di un grave ridimensionamento dei propri traffici. Il mescolarsi di eventi che si succedettero nel XV° e XVI° portarono la Serenissima vicino ad una crisi di proporzioni enormi per la sua fiorente economia; fattori politici, economici, diplomatici e militari sono importanti per valutare la rivalità insorta tra Venezia e il Portogallo, avendo quest'ultimo posto una seria minaccia sul consolidamento e sullo sviluppo commerciale veneziano.
L'urto iniziale dell'affacciarsi sulla scena internazionale del Portogallo fu per certi versi disorientante, ma non certo devastante. Le spedizioni portoghesi in un primo momento crebbero, ma non in modo da pregiudicare la forza commerciale veneziana sui mercati orientali e di conseguenza europei; infatti, verso la metà del Cinquecento, fu in grado di riconquistare buona parte del commercio delle spezie e, parallelamente, ci fu una diminuzione consistente nei viaggi portoghesi. I resoconti degli ambasciatori e dei diari di storici veneziani sono un utile strumento per esaminare come Venezia reagì politicamente, economicamente e militarmente, anche attraverso il confronto dei metodi di colonizzazione dei due Stati antagonisti e dell'intrecciarsi degli eventi politici nell'Europa del '500.
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